Da vedere i cavallini al Parco della Giara. Ma non solo

Non molto grande ma intenso. E particolare: il "Parco della Giara" è il posto dei "cavallini", uno degli ultimi posti europei a vedere allo stato brado gli equini. Lì questi animali, caratteristici per la loro piccola stazza, manto morello, in genere, occhi a mandorla, criniere e code lunghissime, sono sopravvissuti per secoli, millenni dall'importazione, forse da parte dei fenici, o di chissà quale altro popolo.

Già questo qualificherebbe il Parco della Giara, coincidente con l'altopiano basaltico noto come Giara di Gesturi (Marmilla) e come uno dei luoghi più belli della Sardegna, da dove si può vedere il mare ma anche la zona più interna, il Centro-Sud dell'isola. A completarne la peculiarità, una serie di boschi, ben curati, che annoverano soprattutto querce da sughero ma anche lecci e tanta macchia mediterranea. I cavallini della Giara hanno reso quei boschi il loro habitat ideale anche perché sono animali resistenti e così devono essere per una zona che è dura, presentando d'inverno grande possibilità di cibo e d'acqua, che si riduce drasticamente in estate. L'acqua si "acconca" in quelle che vengono chiamate paulis, delle depressioni naturali, molto importanti per la sopravvivenza. E lì altri animali, piccolissimi, questa volta, che continuano a dare unicità alla zona: all'interno dei paulis vive il "lepidurus apus Lubbocki", un crostaceo arcaico, restato immutato da 200 milioni di anni, e che è possibile avvistare nelle giornate primaverili.

La zona della Giara non ha solo degli aspetti naturalistici: basta scendere a Barumini, ai bordi del parco, per poter ammirare il grande "Su Nuraxi", il nuraghe che l'UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità.